
Una proposta di completa riqualifica
della linea Milano-Piacenza
Certo un giorno non molto lontano previsto nel 2026, sulla linea Milano Piacenza correranno solo treni nuovi, moderni con velocità di almeno 160 km orari, Intercity con fermata a Lodi, Regio Express regionali e suburbane.
Dovranno comunque mantenere una velocità di crociera stabilita dalle tracce orarie ed incrementare la velocità in caso di ritardi.
Con i treni nuovi certamente sarà molto meglio, ma contribuiranno a rendere più puntuale il servizio ?
Me lo chiedo perché ci sono alcune discriminanti o discriminazioni che voglio segnalare, ed alcune realtà che potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi:
- Diritto all’uguaglianza (tra cittadini di seria A e serie B): i regionali vengono dirottati tra Lambrate e Rogoredo sulla linea di cintura, con velocità massima a 60 Km orari e tempo di percorrenza 10-12 minuti (invece di 5 o 6 minuti su linea diretta).
In aggiunta, da Rogoredo a Lodi il tempo di percorrenza sempre per i regionali è stabilito in 21 minuti invece dei 15 previsti per RE e IC (segnalo che questi treni da Rogoredo effettuano tutti la prima fermata a Lodi): un aggravio totale di 12 minuti sui regionali da Lambrate a Lodi.
Soprattutto, attualmente, il rapporto tra Regionali e Regio Express è da considerare una discriminante, visto che biglietti ed abbonamenti sono identici, il trattamento no.
Ma indipendentemente da tutto ciò i fruitori dei regionali hanno gli stessi diritti degli altri: in definitiva penso che l’attuale metodo di gerarchia e diversificazione dei treni sia una delle molteplici cause della disfunzione del servizio, oltre naturalmente alla infrastruttura inadeguata.
- Gerarchia delle precedenze: lo sanno benissimo i pendolari che usufruiscono dei treni regionali che sempre vengono stoppati sul rosso per dare precedenza a Intercity e Regio Express spesso in ritardo: questo ritardo viene scaricato sui regionali, al semaforo rosso, sia prima di Tavazzano che prima di Lodi, in definitiva, si tratta di un doppio stop.
Questo è dovuto anche al fatto che i quattro binari disponibili a Rogoredo non arrivano a Lodi e nemmeno a Tavazzano, dove arrivano solo due binari, e inoltre, il raccordo (usato da IC e RE) tra alta velocità e la linea storica è percorribile a 110 km orari per un lungo tratto: in pratica un rallentamento.
Inoltre, sembra che per il 2026 entri in funzione la CIRCLE LINE, che utilizzerebbe la linea di cintura con frequenza treni sostenuta: se così, aggraverebbe una situazione già precaria, e sarebbe un motivo in più per portare i regionali sulla linea diretta.
Ultima criticità sono i deviatoi: spesso a 30 km orari e poco adeguati per dare precedenze veloci da Lodi in giù.
RICOVERO TRENI
I treni nuovi vanno custoditi in appositi ricoveri per diversi motivi:
le vandalizzazioni trasformano i treni nuovi in treni vecchi, e inoltre, la notte capita che diventino rifugio di persone senza fissa dimora, ed il personale rischia nel farli scendere, oltre a ciò, in estate, se un convoglio viene parcheggiato per ore al sole, il climatizzatore diventa inefficace, devono sostare all’ombra.
LE STAZIONI
Costruite ne XIX secolo, hanno rappresentato un volano per lo sviluppo del Paese e dei territori attraversati.
Oggi siamo nel XXI secolo, e quel modello di fabbricato non è più idoneo per una rete regionale oramai di tipo metropolitano.
La regione stessa è area metropolitana con 10 milioni di abitanti, in gran parte concentrata in pianura.
Oggi basta osservare le nostre stazioni per verificare lo stato di degrado e abbandono in cui versano.
Ho una certa età, ed ho il ricordo di com’erano: fiori e giardini curati in ogni angolo, la vasca con i pesci rossi, bar, edicola e biglietteria. Così erano tutte le stazioni, era lo Stato si presentava con il vestito della festa.
Ora no, e non penso esista ancora un nuovo modello o progetto di stazioni medie: un esempio potrebbero essere le stazioni della linea verde MM2 di Milano, quelle esterne di Gorgonzola, Cernusco e Vimodrone, degli open space con servizi, ascensori e tornelli per l’accesso alle banchine, bar edicole, luoghi per la città non solo per prendere il treno.
Come inserire nuovamente nel contesto urbano questa realtà ? Con percorsi ciclopedonali protetti, stazioni bus, deposito cicli, portici per riparare dalla pioggia, verde, e tanto altro.
Una stazione vissuta è più sicura, ma devono essere anche presenziate, magari in collaborazione con enti locali, e questo è solo un suggerimento.
LA RETE
Per una Regione così popolata, sarebbe utile, come obiettivo, il raddoppio di tutte le linee oltre alla soppressione di tutti i passaggi a livello.
Ci sarebbe lavoro per anni: tocca agli organi competenti trovarsi a dialogare, e avere una visione sulle potenzialità ancora non espresse da questa risorsa, utilizzando anche l’ascolto verso il territorio.
Sergio Geroli