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Identità perduta ???


Tra i molti cantieri esistenti in città che creano un certo disagio, alcuni di essi sono itineranti (posa della fibra), altri localizzati sulle vie (tanti e in contemporanea che si spera siano di breve periodo) e altri come la tangenziale di lunga durata.

Per quest’ultimo cantiere sono state chiuse ben due provinciali e molte, se non addirittura troppe, ciclabili.

Quelle del parco del Brembiolo sono esse stesse cantiere, in quanto oggetto di ristrutturazione, ma questo ormai da troppo tempo con lavori a singhiozzo, spesso assenti: può darsi che sia stata più rapida la loro realizzazione 15 o 20 anni fa.

Altre cose a mio avviso incomprensibili, sono il taglio delle piante lungo la Brembiolina, posate almeno 15 anni fa come compensazione ambientale per un insediamento industriale nei pressi di San Zenone (se la memoria non mi inganna).

La posa di queste piante ha riguardato tutto il parco nella parte ora adibita a bosco e, se non erro, per i primi 7 anni l’azienda sopra citata ha tenuto cura della manutenzione: ora, però, vi rimangono grandi mucchi di fascine che potrebbero rappresentare un problema.

L’altra cosa a me incomprensibile, è la Brembiolina completamente asciutta da troppo tempo, a giudicare dallo stato in cui si trova: in tempi remoti, lungo le rive del Brembiolo e della sua derivazione Brembiolina che alimentava i mulini di via Cavallotti, le donne facevano il bucato e, di conseguenza, rappresentano un patrimonio storico identitario di Casale e piange il cuore vederli così.

Il viale dei Cappuccini è anch’esso patrimonio storico culturale e identitario della città: non sta a me dire se si poteva evitare il taglio delle piante, non sono né un tecnico e nemmeno un botanico, posso dire, però, che negli anni ‘70 sono state tagliate tutte le piante dalla Mantovana a piazza Cappuccini (erano platani malati), e per rivedere quel viale con le piante adulte e uniformi sono trascorsi decenni, ed è con questo presupposto che quando si è affrontato il rifacimento di viale Matteotti (stazione), l’opzione del taglio totale degli alberi non ha prevalso, e si è deciso di eseguire i lavori mantenendo l’alberatura.

Dalla storia si deve imparare almeno per chi quelle cose le ha vissute: quelli più giovani forse, lo capiranno ora.

Alla fine, da parte dei cittadini la perdita e la impossibilità di fruizione del patrimonio storico identitario non è considerata una buona cosa.

Sì, ci sono anche altre cose identitarie oltre a quelle citate, meno male e per fortuna, ma quelle citate sono in sofferenza.

Qualche segnalazione di disagio la si vede sui social, ma anche chiacchierando con la gente si nota un disagio per la non fruibilità complessiva di quell’area.

La classe politica di questa città non deve sottovalutare o usare sufficienza affrontando questi disagi: la città merita di meglio.

Sergio Geroli