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Il progetto Polis e l'importanza di un servizio pubblico efficiente per le città


Buona notizia il progetto POLIS presentato da POSTE ITALIANE alla presenza di 7.000 sindaci e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alcuni ministri e naturalmente i vertici di Poste Italiane.

Il progetto prevede la presenza di una filiale in ogni comune, offrendo nuovi servizi come la possibilità di richiedere e ottenere in loco documenti come passaporto, carta d’identità, patente e dati anagrafici.

Perchè citare questo progetto?

Esso rappresenta una inversione di tendenza rispetto ad ora, dove si sopprimevano uffici postali laddove era poco conveniente tenerli aperti.

Il progetto Polis, quindi, si propone di portare il servizio in tutti i comuni, anche i più isolati: come ha detto, infatti, il Presidente della Repubblica Mattarella, non devono esserci cittadini di serie A o serie B, ed ecco anche il perché la presenza dei 7.000 sindaci dei piccoli comuni.

È una nuova attenzione al territorio o una cosa banale e scontata?

Niente di banale, in realtà: basta fare riferimento ad altri servizi essenziali come sanità e trasporti per capire che la strada è complicata e ardua, visto che la presenza sul territorio è insufficiente e malfunzionante anche in presenza di eccellenze vere soprattutto nella sanità. Il rapporto con il cittadino diventa così inadeguato se non conflittuale.

Nemmeno il canale istituzionale rappresentato dai Sindaci eletti dai cittadini sembra scalfire questo rapporto: i sindaci, infatti, potrebbero dire che non è loro competenza intervenire sui programmi di questi enti.

Sarebbe sbagliato, perchè anche nella gestione della sanità territoriale è prevista la conferenza dei sindaci, e riguarda il benessere dei loro cittadini, e sia le strutture che i servizi in questione sono parte integrante del territorio che amministrano, e quando vengono calate dall’alto scelte o progetti senza che vengano adeguate alle reali necessità del territorio sviluppando un confronto, (se volete una conferenza dei servizi) per ottimizzarne i risultati, mi sembra sbagliato.

I servizi chiusi sul nostro territorio, il basso lodigiano, come il punto nascite, il reparto maternità e l’oncologia (sparita in una notte), è una conferma del decadimento.

L’ospedale di Lodi, così, viene investito da una ulteriore centralizzazione dovuto alle chiusure sopra citate.

Sarà in grado l’ospedale di Lodi di assorbire tutto questo, oppure è possibile una migrazione di utenti fuori dal territorio?

Il Covid sicuramente ha deteriorato la situazione ma il prossimo futuro dipende dalle scelte che si faranno.

E sicuramente le quattro strutture ospedaliere di Lodi, Casale, Codogno e Sant’Angelo, sono un patrimonio disponibile, per ottimizzare i servizi sul territorio e vanno utilizzate pienamente.

Su questo punto va ricordata la storia che resta nella memoria della gente, in primis ai malati oncologici, che in piena pandemia si sono trovati senza un reparto, poi il plesso di Casale che forse doveva diventare ospedale Covid, come è finita si sa.

La protesta, propositiva per quello che è accaduto e l’incertezza sul futuro sanitario del territorio, è stata fatta dal COMITATO OSPEDALI CASALE CODOGNO, IO CI SONO, il PD ha prodotto un documento programmatico e, per quanto riguarda l’amministrazione comunale, ha costituito una commissione sulla materia che ha prodotto un documento oltre alla richiesta della riapertura di oncologia. È tornata in funzione a Codogno a 5 km:
  1. Si può anche essere d’accordo, un servizio a 5 km non è male;
  2. I 5 km valgono solo per Casale ?
  3. Spostare a Codogno costa;
  4. Il tutto c’era, funzionava e funziona bene (quel che resta) a Casale;
  5. Il polo oncologico del basso lodigiano resterà diviso in due ospedali ?

Fatto sta che molti ( in primis i malati ) hanno vissuto con smarrimento e umiliazione i fatti accaduti.

Ora sono in via di formazione le case e gli ospedali di comunità, che dovrebbero avvicinare il servizio al cittadino, speriamo, in bene e in meglio: si vedrà.

Sul fronte dei trasporti, il disagio quotidiano dei nostri concittadini è noto a tutti, e tutti sperano in una soluzione dei problemi, ma credere che questo accada è difficile e, a parte le scuse meccaniche che escono dagli altoparlanti, al momento non si registra nulla di nuovo e di buono. Anche qui, stesso problema: mancanza di risposte e soluzioni, incomprensioni, distanza fra i soggetti.

Fermare altri treni in caso di soppressioni, sarebbe un buon inizio, più volte promesso ma poco praticato. (ricordate i Cittadini di serie A e B ? - Come si sentono i pendolari di Casale ?) Si, ci sono problemi strutturali, di gestione e di mancata programmazione, il numero degli enti coinvolti sono tanti e a volte in contrasto, poi la migrazione dei servizi commerciali dalle stazioni, che risultano così svuotate, danno l’impressione di essere abbandonate, conducendo a un possibile degrado.

I cittadini di questo comune e la stazione sono parte della città, e quindi la classe politica tutta, a partire dall’amministrazione, deve impegnarsi veramente a trovare soluzioni con gli enti superiori: alla pari, ognuno deve fare la sua parte fino a trovare una soluzione.

A questo proposito, si parla tanto dei Mantova: va ricordato che pochi anni fa fermavano a Casale, e sono stati tolti tutti tranne uno, al cambio di orario triennale, la classe politica locale c’era ?

Le cose non vanno perse, perché recuperale poi è molto difficile: per questo, il mio è un invito alla classe politica casalina di stare sempre sui temi, mai sottovalutarli.

Una stazione bella un servizio ferroviario affidabile, un ospedale vivo e funzionante, oltre al diritto del cittadino a ricevere servizi efficienti, arricchiscono una città, porta gente e movimento, come le nostre scuole superiori che con oltre 1000 studenti provenienti da fuori e i loro genitori che sono tutti potenziali frequentatori, fruitori e clienti di questa città, di negozi, ristoranti e bar, portando ulteriore ricchezza.

Anche in quest’ottica, non secondaria, vanno affrontati i temi descritti, vedendoli come opportunità economica, di immagine e attrattività: una città, anche se piccola, è questo.

In conclusione, ho portato tre esempi di servizi al cittadino: il primo riferito alle poste, con il progetto Polis che mette il servizio con al centro il cittadino.

Gli altri due, sanità e trasporti, ancora non sono così indirizzati, occorre la collaborazione di tutti, senza illudersi che bastino dei piccoli aggiustamenti o correzioni: occorre qualcosa di più e più profondo.

Sergio Geroli